domenica 2 marzo 2008

Perché Sanremo è...

... una discreta rottura di coglioni. Non per colpa dei cantanti, ognuno dei quali fa il suo "dovere" nel bene o nel male, o delle canzoni, che possono piacere o non piacere a seconda dei gusti; ma per colpa di tutto il resto, dal trascinare il festival per cinque serate quando ne basterebbero tre o quattro, ai siparietti insulsi di promozione di film, telefilm e musical, agli intermezzi di cinque minuti tra una canzone e l'altra. Sarà per questo che tanta gente abbassa il volume della televisione per sentire quello della radio dove i Gialappa's (tre "anziani" che riescono ancora a divertire riuscendo nel compito semanticamente impossibile di trasformandosi senza cambiare) commentano il festival mettendo in campo nomi quali Rudi Zerbi (capo della Sony Music) o il maestro Vittorio Cosma ridendo di tutto e di tutti come merita quella che ormai è una grande sagra di paese.

Di commenti se ne sono letti molti in giro, e quelli in cui mi riconosco di più sono quelli fatti da Gino Cataldo di Repubblica che riporterò a fine post; per me, i vincitori assoluti sono Elio e le Storie Tese, prima volta in cui ho registrato un Dopofestival per rigodermelo il giorno dopo e che nell'ultima serata hanno avuto il coraggio inusitato di cantare sul palco con chitarre e batteria l'aria più celebre del "Barbiere di Siviglia" di Rossini. Ha ragione Fegiz, "hanno cultura musicale, memoria storica e potrebbero metter su un loro festival in grado di unire in un abbraccio ecumenico tutte le sottoculture che oggi cercano di farsi strada nel panorama musicale italiano, insieme alle icone preesistenti e persistenti".
Poi, per i giovani io avrei fatto vincere non i Sonohra (che metto comunque al secondo posto perché sarà anche banale ma a me la loro canzone è piaciuta, così come il modo in cui l'hanno cantata) ma Valeria Vaglio con la sua "Ore ed Ore", racconto di un amore omosessuale tra donne talmente delicato ma altrettanto forte e profondo che al confronto la canzone della Tatangelo è un rutto unico di cinque minuti.
Tra i big, io avrei fatto vincere L'aura (che nella serata dei duetti ha regalato un'interpretazione memorabile con i Rezophonic e Cristina dei Lacuna Coil, e che vi propongo nel video alla fine del post), seguita da Gazzè e Tricarico. Ma è solo una mia idea, anche se già qualche addetto ai lavori prevede che nelle radio spopoleranno i Finley, L'Aura, i Sonhora, Frankie H NRG (quest'estate) e Mario Venuti, quindi forse non è solo mia.

Ecco i voti di Gino Castaldo dal sito di Repubblica:
Paolo Meneguzzi - Grande
Il titolo è ovviamente un autogol, ma non infieriamo. Meneguzzi è uno strano caso di resistenza attiva al festival. C’è praticamente sempre, e continua a non lasciare tracce. Anche quest’anno si è adoperato per non smentire la sua non-fama. Perfino più tradizionale del solito. Magari l’anno prossimo Sanremo non ci sarà, ma lui ci andrà lo stesso, a farsi la settimana in riviera.
Cammina nel sole - Gianluca Grignani Voto: 6-
Il voto è salito lungo la settimana, se non altro perché è tra i pochi che non ha stonato, cosa che in questo festival è rarissima. Il meno è per la somiglianza stilistica con Zucchero.
Non finisce qui - Little Tony Voto: 5
In fondo è tenero, invecchiato con dignità. E la canzone non è neanche così male, o meglio diciamo che poteva andare molto ma molto peggio. E’ la sua My way, in pratica, tipo la vita l’ho vissuta così, a modo mio. Dopo questo festival la canzone potrebbe cantarla anche Pippo baudo con verosimile significato biografico. Cinquant’anni di carriera. Diciamo un punto per decennio.
Un falco chiuso in gabbia - Toto Cutugno Voto: 2
Sì, è vero, è fedele a se stesso. Ma stona pure questa sera. E poi questa roba non si può proprio più vedere né sentire. Magari ora insulterà pure me, ma io, a differenza di Fegiz, non gli ho mai chiesto di portarmi in Russia
Basta - L’Aura Voto: 6 -
Anche questo titolo rischia l’autogol (e infattio Mina-Ocone da Elio non ha perso l’occasione). Lei è bravissima, davvero, e questa sera almeno l’ha cantata davvero bene. Ma la canzone rimane modesta, e vagamente pretenziosa.
Il mio amico - Anna Tatangelo Voto: 0
E’ il vero caso del festival. Il testo non è solo brutto, è addirittura inquietante, offensivo. I gay dovrebbero aspettarla fuori del teatro e spiegarle due o tre cose della vita. E’ anche truccata malissimo, segno che il suo amico gay, che è il suo truccatore, alla fine ha perso la pazienza anche lui.
Cammina cammina - Minghi Voto: 5 +
Sì, lo so, è un voto abbastanza alto. Forse troppo, ma povero Minghi, la canzone non è poi così brutta. Ce l’ha messa tutta. La canta con qualche esitazione, accellera troppo, per fare il furbo con l’interpretazione sbilenca e non scontata. Ma alla fine dai, il cinque se lo merita tutto. Il più è d’incoraggiamento. Alla carriera. A patto che a Sanremo non ci torni, almeno per un paio d’anni. Ripassando dal via.
A ferro e fuoco - Mario Venuti Voto: 7
Per Venuti ho un debole. E poi l’idea di riformare i Denovo… Sano romanticismo e buon gusto musicale. La canzone è bella, testo un po’ evanescente, ma è una delle poche da cantare con un certo tasso di allegra pienezza. Provate in macchina, quando non vi sente nessuno, a cantarla a squarciagola. Funziona.
Colpo di fulmine - Giò di Tonno/Lola Ponce Voto: 3
L’equazione musical=festival non è così ovvia, anche se sono lì lì per vincere, o comunque per piazzarsi bene. Sembra troppo costruita, e sono di una stucchevolezza insostenibile. C’è il marchio Nannini, ma se l’avesse cantata lei forse avrebbe fatto un altro effetto.
L’ultimo film insieme - Zarrillo Voto: 6-
Sono leggermente in imbarazzo. Che volete che vi dica, alla fine dopo tutte queste sconcezze, mi pare una canzone onesta, ben fatta, senza molte pretese. Certo, se ne può fare a meno benissimo. Anzi, se ne deve fare a meno, ma lui è carino, pulito, un piccolo artigiano della canzone che non fa male a nessuno. Magari qualche cuore che può deliziarsi con un pezzo del genere da qualche parte c’è. Il voto è di simpatia.
Eppure mi hai cambiato la vita - Fabrizio Moro Voto: 6-
Anche qui i blogger mi fustigheranno. Sì, magari per stanchezza si diventa più buoni, ma in fondo non è male. Il pezzo è ben costruito. Funzionava meglio l’ascolto del disco. Quando la canta in diretta strilla un po’ troppo. Ma via, una sufficienza non si nega. Anche se il trionfo della giuria di qualità un forte dubbio me lo insinua. Forse ho sbagliato tutto. Capita
Il rubacuori - Tiromancino Voto: 7
Allora, lo so che questo sarà uno dei casi della giornata. A me la canzone non dispiace affatto. Zampa non la canta da Dio ma è bella, e ha un testo dolente che nel trionfalismo del carrozzone assume un fascino tutto suo. Se poi come dice qualcuno è furba, questo è un argomento irricevibile. Mica possiamo fare il processo alle intenzioni. Insomma il voto è alto e ora massacratemi pure.
Rivoluzione - Frankie Hi Nrg Voto: 6
Ottima la citazione deandreiana all’inizio, anche se a qualcuno potrà sembrare blasfema. Bella anche l’idea di portare il vinile originale e metterlo sul palco. Ma continua a non convincermi l’arrangiamento. Un rap del genere non si può fare con la telecamera che stacca sulle trombette dell’orchestra. Diventa una farsa. Peccato
Ricordi - Finley Voto: 2
Proprio non li sopporto, e non riesco a togliermi dalla testa il duetto con Belinda, uno dei punti più bassi del già basso festival. Lo metterei alla pari col coro della squadra dei preti che hanno cantato We’re the champions in latino. E poi questi giovani che sembrano più vecchi dei vecchi mi fanno orrore. Sono già sanremesi, con una fittizia patina rock, condita di stecche. E poi quei guantini…
Elio e le Storie Tese Voto: 9
Se mai ci sarà qualcosa da ricordare di questo festival sarà il primo stupendo dopofestival della storia (per chi è riuscito a vederlo, vista l’orario impossibile a cui andava in onda). Il voto non è solo per questa sera. E’ per la versione del pezzo della Tatangelo fatto a marcetta da avanspettacolo, per il Vecchio Scarpone swingato, per la parodia dei Sonhora con la H che non si sa dove mettere eccetera eccetera. Ma anche il pezzo che stanno facendo è sublime. Se vogliono salvare il festival l’anno prossimo lo devono affidare a loro. Grazie di esistere
Baciami adesso - Mietta Voto: 2
Perchè?
Il solito sesso - Max Gazzè Voto: 6
Qui il discorso è complicato. Il voto è una media ragionata. La canzone ascoltata su disco è buona, originale, con cambi di tonalità insoliti. Ma la prima sera l’ha cantata in modo orrendo. Si è capito meglio la sera dei duetti, anzi del trio con Rei e Turci. Lì è sembrata magnifica. Questa sera l’ha cantata discretamente. Anche se con troppe sssssss sputazzate nel microfono. Complicato? Non tanto. La canzone rimane buona.
L’amore non si spiega- Sergio cammariere Voto: 7
Un tocco di classe, quantomeno. La canzone è decisamente elegante. Lui è troppo emotivo e la canta con un poco di tremarella nella voce, o meglio un eccesso di vibrato. Ma Bosso alla tromba è fantastico. Musica, perlomeno.
Grande sud - Eugenio bennato Voto: 6+
Che dire? Bennato è uno che da anni fatica come un matto per portare avanti la musica folk in tutti i luoghi e in tutte le maniere. Il pezzo è un po’ scontato, almeno per chi ama e segue le cose della pizzica. Alla fine, diciamo una buona sufficienza.
Vita Tranquilla - Tricarico Voto: 9
Questo farà infuriare molti. Ma lo voglio spiegare. La performance disgraziata della prima sera mi è sembrata il grido disperato di un disadattato capitato in un pianeta assurdo, dove nessuno era in grado di capirlo. Le sue stonature sono poesia del disagio. Poi qualcuno, tipo Assante, dirà che è solo una mezzasega e per questo stona. E invece è lunatico, stralunato, un vero diverso in un panorama di conformisti. Lui è proprio così e quello che canta è pura autentica follia. Drammatico, fuori come un balcone, un marziano a Sanremo. E’ sincero. La sua spericolatezza sono i suoi fantasmi. Vorrebbe davvero avere una vita tranquilla. Poverino.
I vincitori Voto: 0
Giò di Tonno/Lola Ponce
Tatangelo
Moro
Non è che a questo festival ci fosse tanto da premiare. Ma la vittoria dei due zuccherini e il secondo posto della Tatangelo riportano il festival ai suoi anni peggiori. Va detto che era prevedibile. L’andazzo si era capito da un pezzo. Ciò non toglie che siamo alle solite. Questi meccanismi di voto, compresa la giuria di qualità che di qualità non era, sono sconcertanti. Come diciamo da anni. In fondo l’anno scorso è vero che ha vinto Cristicchi ma secondo e terzo furono Albano e Mazzocchetti, quindi c’è mancato un pelo. In questo davvero il festival non cambia. Peccato.

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