E quello che mi meraviglia è il leggere lo "stupore" davanti alle parole del papa riguardo agli omoessuali dette negli ultimi mesi; ricorda Repubblica di oggi: " "Chi sono io per giudicare i gay?" detto in aereo di ritorno da Rio de Janeiro, e poi le dirompenti parole a Civiltà Cattolica: "Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l'esistenza con affetto, o la respinge condannandola? Bisogna sempre considerare la persona" ".
Mi meraviglia perché in primis non sono parole che si allontanano da quello che già nel lontano 1992-1997 scriveva il Catechismo della Chiesa Cattolica:
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
ovvero va bene essere omosessuali, basta che tale tendenza rimanga solo platonica e non si esprima in alcun modo. Il che a me sembra quantomai frustrante, ma tant'è.
In secondo luogo, perché a fronte di tante belle parole il buon Francesco non ha trovato un secondo per eliminare il divieto agli omosessuali di entrare in seminario e diventare così sacerdoti (per i quali, dovendo vivere nella castità, l'orientamento sessuale non dovrebbe avere alcuna rilevanza), questa sì una discriminazione stabilita da Benedetto XVI che contrasta con la stessa dottrina ecclesiale.
In terzo luogo, perché gli attacchi sempre più violenti della Chiesa cattolica negli ultimi anni sono stati rivolti non contro l'omosessualità in sé quanto verso il riconoscimento da parte dei vari stati delle unioni civili degli omosessuali; unioni civili omosessuali che lo stesso Bergoglio definì "invidia del demonio" e che definì la battaglia contro il disegno di legge una "guerra di Dio" (la lettera inviata ad alcuni monasteri argentini è qui: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-matrimoni-gay-linvidia-del-demonio--6017.htm e quella fatta leggere in tutte le chiese argentine è qui: http://ascoltarepapafrancesco.blogspot.it/2013/03/card-jorge-bergoglio-messaggio-sui.html ).
Dunque, io non vedo sinceramente nulla di cui ringraziare papa Francesco. Perché in concreto nulla ha fatto per evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione, né nulla di nuovo ha detto riguardo alla lotta per i diritti civili che gli omosessuali portano avanti nel mondo. Quando lo farà, sarò il primo ad esserne felice; ma finora, sinceramente, non ho niente di cui ringraziarlo o che lo differenzi in maniera sostanziale (comunicativamente è un secolo avanti ai suoi predecessori) da quanto sentito finora.
E soprattutto, dubito che sarà proprio lui il Papa che finalmente libererà la Chiesa cattolica dalla falsa interpretazione del racconto biblico di Sodoma e Gomorra, che non parla di omosessualità ma di accoglienza, e che trovate riassunto in breve in questo articolo (link: http://www.chiesabattistadimilano.it/testi/studi-biblici/200-il-peccato-di-sodoma-e-gomorra ) che per comodità vi riporto:
Vi invito a riflettere stasera su questo
tema molto dibattuto. Per molti il peccato di Sodoma è senza dubbio
l'omosessualità (la depravazione, la ricerca di carne heteras "stranea" –
aliena- altra di Giuda 7 ), per cui hanno meritato la punizione del
fuoco che "anticipa l'inferno". Ma le cose stanno così? Sarebbe questo
il peccato di Sodoma? Tutta l'evidenza esegetica appunta verso un'altra
direzione, il peccato di Sodoma era un altro tipo di peccato, quale?
Ma attenzione, prima di tutto, noi che
viviamo nel XXI secolo stiamo parlando lo stesso linguaggio della Bibbia
e diamo lo stesso significato alle parole? Occorre leggere tutti i
testi almeno dieci volte prima di azzardare un'interpretazione
pretendendo di essere la bocca di Dio, illuminati interiormente (ma
molti di quelli che questo affermano in realtà sono nelle tenebre
dell'odio talvolta inconscio), la luce interiore di Dio è lo Spirito
Santo che ci guida alla verità che consiste nell'amare Dio e il
prossimo, tutto il resto è nebbia, opacità, pretesa di giustizia,
fariseismo camuffato da pietà o semplicemente "pia" ignoranza la più
micidiale perché ostinata e non si lascia interrogare almeno da qualche
piccolo dubbio.
1. Tutto dipende dal significato di un
verbo yada "conoscere". Si usa in tutto l'AT 943 volte. In 933 occasioni
significa "conoscere" da un punto di vista intellettuale o personale
(conosco la tale persone nel senso che so chi sia). Soltanto 10 volte
(ripeto 10 su 943) può avere un connotato sessuale sempre riferito a
relazioni uomo-donna. La domanda sorge spontanea:
Perché l'autore ebreo non ha utilizzato il verbo shakbah che non è ambiguo e si usa centinaia di volte nella Bibbia ebraica?
La regola esegetica vuole che il
significato più evidente di una parola sia quello che prevale, se si
vuole far valere un significato improbabile occorre provarlo senza
lasciare ombra di dubbio. Non è il caso qui, dunque l'evidenza
linguistica è contro l'interpretazione che dice "volevano avere una
relazione omosessuale con i visitatori notturni di Lot". Se volevano
commettere uno stupro, una violenza di gruppo, sarebbe questa la
malvagità condannata, e non la condizione degli abitanti di Sodoma,
sarebbe molto improbabile che tutti fossero degli omosessuali senza
eccezione. Normalmente lo stupro collettivo del soldato sconfitto, della
spia nemica, era pratica comune in quel tempo, l'idea era quella di
diminuire per sempre la mascolinità dello sconfitto perché ricadesse in
una sorta di condizione di inferiorità (era trattato come "se fosse" una
donna) poiché diventava schiavo.
Allora qual è il peccato di Sodoma?
Vediamo alcuni dei testi nell'AT dove si
faceva riferimento a Sodoma e al suo peccato magari per imprecare
contro gli ebrei di allora:
Isaia 1,10-17. Qui i principi d'Israele
sono chiamati Principi di Sodoma, quale era il loro peccato che provoca
l'accostamento? Fra tutti i peccati elencati non vi è traccia
dell'omosessualità.
Isaia 3,9-11. Si tratta di una denuncia dell'empietà del falso culto simile all'idolatria.
Geremia 23,14. I falsi profeti che rafforzano i malvagi sono simili a quelli abitanti di Sodoma.
Ezechiele 16,49. La superbia, sono sazi di pane, ecc.
Questi esempi mostrano che quello che si
condanna, e che dunque sarebbe il peccato di Sodoma e che collegava
loro con gli abitanti di Sodoma, erano l'oppressione dello straniero,
del povero, del debole, dell'indifeso, la violenza di gruppo (caso mai) e
questa era pratica comune (lo stupro del soldato vinto, dello schiavo
per riaffermare il dominio e la loro condizione non più "umana" nel
senso di uomo vero, ricordiamo che il significato di servo era
"scampato" o risparmiato alla morte per cui erano considerati dei morti
in vita).
Qualche domanda ai soloni della vendetta
divina contro i peccatori: come mai sono puniti anche i bambini e le
donne di Sodoma (e di Gomorra)? Per quello che ci è dato sapere dal
testo non avevano partecipato al tentativo di stupro degli angeli. Ma
soprattutto, se leggiamo Genesi 18, non aveva già deciso Dio di
distruggere Sodoma e gli angeli erano lì semplicemente per avvertire Lot
e la sua famiglia? Ci fermiamo qui ma ci sarebbero molte altre domande.
Come interpreta Gesù il peccato di Sodoma?
Attenzione a questi testi interessanti, lasciamo da parte Luca:
Matteo 10,15 e Marco 6,11. Il castigo di
Sodoma sarà mite in confronto alla punizione dei villaggi, attenzione
ora: che non vi hanno accolto e che non hanno ricevuto il vostro
messaggio.
Gesù dunque si allinea con un'antica
tradizione rabbinica che interpretava il peccato di Sodoma come
L'INOSPITALITA', il non ricevere gli stranieri, il non accogliere i
minimi, gli stranieri.
Curioso: Notate come si ribalta la
frittata: non accogliere il fratello e la sorella che viene nel nome di
Gesù sarebbe il peccato di Sodoma (niente male come conclusione).
"Tutta la legge e i profeti (i 613
precetti che includono tutti i divieti sessuali del Levitico) si
adempiono in un solo comandamento: amare Dio al di sopra di ogni cosa e
il prossimo tuo come te stesso". Praticare l'omofobia che è l'odio verso
il diverso significa peccare contro i 613 precetti della Torah, e
pertanto comporta tutte le condanne per abominio.
Gesù trasforma tutti i divieti in una
forma positiva di azione dominata dall'amore, chi è fuori dall'amore
verso l'altro è anche fuori dall'amore verso Dio.
Nel messaggio dell'amore di Cristo
colpisce la parola "chiunque" e questo include tutti nell'amore di Dio,
colpisce invece negativamente l'esclusione di alcuni, e questi dunque
non sono oggetto dell'amore divino?