giovedì 17 maggio 2007

16 giugno: Gay Pride 2007 a Roma

Il corteo del Pride Nazionale che si terrà a Roma il 16 Giugno 2007 partirà da Piazzale Ostiense e terminerà a piazza San Giovanni. Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ha presentato alla questura, che ha dato il suo assenso, il seguente percorso: Piazza di Porta San Paolo, viale della Piramide Cestia, viale Aventino, via di San Gregorio, via Celio Vibenna, piazza del Colosseo, via Labicana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, piazza di Porta San Giovanni.

Piazza di Porta San Paolo (Piramide), è già stata punto di partenza del World Pride del 2000. L’ arrivo a Piazza San Giovanni è dovuto al fatto che questa piazza, tradizionale luogo di ritrovo delle grandi manifestazioni popolari e punto di arrivo delle marce legati ai diritti e alla pace, è l’unica in grado di contenere le centinaia di migliaia di persone che attendiamo per l’evento e la nostra voglia di protagonismo sociale e civile ed è il luogo più adatto per ribadire con la massima forza le nostre parole d’ordine di quest’anno “parità, dignità e laicità”.

Un Pride dalla forte carica politica e rivendicativa in un momento che sentiamo centrale nel confronto democratico del nostro Paese e che speriamo richiami a manifestare tutte le cittadine e i cittadini che hanno a cuore la libertà di pensiero, l’uguaglianza per tutti, la giustizia e la laicità delle istituzioni. Dati che sembravano acquisiti ma sembrano oggi rimessi in discussione.

Rossana Praitano

Questo il documento politico del Pride 2007:

Il 16 giugno è la data che abbiamo individuato come movimento lgbt italiano di convocazione del Pride Nazionale di Roma. Noi lesbiche, gay, trans e bisessuali, vogliamo costruire una manifestazione aperta a tutti i soggetti politici, sociali e culturali del Paese che condividono la necessità di costruire una proposta laica che si ponga l’obiettivo non solo di difendere la sovranità dello Stato, ma che apra anche una stagione di riforme democratiche, civili e libertarie in Italia.

Noi siamo portatori e portatrici di pari dignità e rivendichiamo che il Parlamento e il Governo, così come le forze sociali e politiche, riconoscano e garantiscano uguale dignità e pari diritti, nel rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani, della Costituzione italiana, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e nel rispetto del principio della laicità dello Stato italiano e della sua autonomia da ogni ingerenza confessionale..

Le nostre rivendicazioni, si inseriscono in un quadro politico ed istituzionale desolante, in un clima sociale e culturale d’odio alimentato dalle gerarchie cattoliche e sostenuto da una politica debole e in affanno, perché ha completamente smarrito i valori fondanti della convivenza e del pluralismo ideale. È in atto un conflitto di cui vogliamo assumerci l’onere, che cerca di connotarsi come uno scontro fra civiltà, tra eterosessuali e cittadini lgbt, tra cattolici ed atei, tra migranti e italiani, ed invece ha lo scopo di imporre un pensiero unico, un arretramento sul terreno delle conquiste sociali e di cancellazione di ogni tipo di speranza di riscatto ed emancipazione dei differenti vissuti, identità ed orientamenti sessuali.

Per questo vogliamo sollecitare la costruzione di reti e relazioni affinché il Pride Nazionale del 16 giugno 2007 sia un grande appuntamento per tutte e tutti coloro che hanno a cuore la libertà, la democrazia, l’antifascismo. Facciamo appello al movimento delle donne, delle organizzazioni dei lavoratori, dell’associazionismo della solidarietà e dell’impegno civile, alle e agli intellettuali, ai gruppi giovanili, alle espressioni di base, perché ci aiutino a rendere il 16 di giugno un appuntamento di popolo, in cui siano presenti tutti i colori e tutte le pluralità.

Un popolo che respinge il tentativo di imporre all’Italia la sovranità limitata congeniata da uno stato straniero, il Vaticano, che strumentalmente utilizza il diffuso sentimento religioso, per accarezzare sogni neo teocratici. Le manifestazioni clericali contro qualsiasi tipo di riconoscimento delle relazioni extra matrimoniali sono il segno tangibile di una volontà prevaricatrice e anti democratica da parte di istituzioni che, violando persino il Concordato, si vogliono sostituire alle istituzioni repubblicane democraticamente elette.

L’attacco alle libertà delle donne, delle lesbiche, dei gay, dei e delle trans, rappresenta l’ultima frontiera di uno scontro epocale, che Raztinger vuole portare fino alle estreme conseguenze. Al silenzio di tanta politica, di tanti mass media noi rispondiamo con il nostro Pride, per invadere pacificamente la capitale del Paese e ricordare che la convivenza, le pluralità, le libertà sono valori da difendere, innanzitutto facendoli vivere alla luce del sole, negli spazi e nelle strade della civiltà moderna.

Dobbiamo inoltre sottolineare che nonostante diverse assicurazioni e impegni assunti, nessun provvedimento legislativo è in dirittura d’arrivo in Parlamento, assenti le azioni positive che il Governo potrebbe intraprendere autonomamente, tra cui una efficace lotta contro il bullismo e l’odio omofobo, lesbofobo e transfobico. C’è un vuoto di proposta ed impegno affinché milioni di cittadine e di cittadine possano finalmente vivere degnamente.

Per questo le pari dignità e i pari diritti per le persone lgbt rimangono centrali e assumono il valore di paradigma del conflitto tra chi vuole uno stato laico e chi cerca di riportare l’Italia nel Medioevo. Le nostre vite sono un fatto dirompente perché svelano che non esistono modelli unici, ma libertà individuali, autodeterminazioni, famiglie culturali e non naturali.

Tutte e tutte a Roma il 16 giugno, insieme in tante e tanti, con gioia, determinazione, con i nostri corpi e le nostre idee, per un futuro di libertà!

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