mercoledì 25 febbraio 2009

Ma io me lo sentivo...

...che qualcosa di strano doveva esserci dietro alla canzone che Povia ha presentato a Sanremo. Per quanto lui abbia ripetuto che si tratta solo della storia di una singola persona da lui incontrata in treno (che poi, chi è il demente che si mette a parlare delle proprie storie intime con uno sconosciuto in treno?), era davvero troppo strano. Anche se andiamo al di là del fatto che io etero (presunti) diventati gay o almeno bisex ne ho conosciuti (e ne conosco) a tonnellate sia in senso biblico che non, ma di gay o bisex diventati etero non ne conosco manco mezzo e credo non ne conoscerò mai uno.
Infatti stamattina il quotidiano gratuito Leggo pubblica un articolo in due parti, che vi riporto con un breve commentino.

Prima parte:
La canzone «Luca era gay», presentata all'ultimo Festival di Sanremo da Povia, è tuttora al centro di polemiche per il modo «particolare» con il quale è stato affrontato il tema dell'omosessualità. Striscia la Notizia è in grado di rivelare in quale contesto Povia è venuto a conoscenza della storia di Luca, da cui poi avrebbe tratto ispirazione per la sua canzone. «Nell'ottobre del 2007 -sottolinea l'ufficio stampa del programma- Striscia si è occupata di Arkeon, un' associazione in cui, alcuni ex adepti avevano segnalato al tg satirico che i leader del gruppo millantavano di poter curare gravi malattie e ne denunciavano anche i metodi coercitivi e violenti. Padre Caltalamessa, conduttore del programma »A sua immagine«, ha promosso le attività di Arkeon dedicandole una puntata e raccontando come avesse aiutato un ragazzo a uscire dalla condizione di omosessualità. Il nome del ragazzo era proprio Luca». «In un'intervista-confessione Luca racconta la sua esperienza di ragazzo gay che, grazie ad Arkeon, è ora sposato con una donna da cui ha avuto anche un figlio. Nelle parole di Luca è possibile ritrovare le strofe della canzone presentata a Sanremo da Povia. Un' inchiesta sul metodo Arkeon, meno di un mese fa, ha visto la Procura di Bari chiedere il rinvio a giudizio per undici persone. Nell'indagine -continua l'ufficio stampa di Striscia la Notizia- sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata di violenza».
Alla faccia dello sconosciuto incontrato in treno, la storia era troppo piena di luoghi comuni per essere vera, e infatti non lo è visto che si ispira alle minchiate raccontate dai talebani cattolic di Akreon.
Per inciso, quel testa di cazzo di padre Caltalamessa conduce un programma su RaiUno, pagato quindi da tutti voi che leggete.

Seconda parte:
Alla fine è uscito allo scoperto. Dopo le polemiche che hanno preceduto e accompagnato la sua partecipazione al Festival di Sanremo, Povia getta la maschera e fa capire chiaramente che la sua canzone, Luca era gay, non è solo il racconto di una storia, ma anche una presa di posizione rispetto al tema dell'omosessualità. Come anticipa il sito web Tvblog, questa sera alle 22:55 andrà in onda sul canale del digitale terrestre Rai 4, durante il programma Sugo, un'intervista rilasciata dal cantante a Christian Letruria. Tra le frasi che faranno discutere, ce n'è una in particolare che rivela l'omofobia di Povia: “Non si deve fare ironia anche perché per fare i figli non si viene dietro. Possono dire quello che vogliono ma per fare figli non si viene dietro”. Il cantante, inoltre, afferma di avere apprezzato l'articolo in sua difesa scritto dall'intellettuale omosessuale Walter Siti sulle pagine de La Stampa. “L’ho letto -dichiara Povia - bello. Finalmente parla di dialogo, come diceva Berlinguer, con il quale si può ottenere tutto e ha chiesto a me, o ad altri, di scrivere una canzone per l’anno prossimo su qualcuno che da etero diventa gay. Sono un cantautore, mi candiderei se ci fosse il partito dell’analisi e del ragionamento. Quando c’è un manifestazione seria nella quale credo, come il Family Day, vado e non me ne fregava nulla se c’erano politici separati, predicatori che razzolavano male. Ci sono andato perché ci credevo, perché credo nella sanità. In quel momento ero di destra. Ora sto scrivendo una canzone contro il governo perché per mia figlia tra qualche anno dovrò spendere venti-trentamila euro per la scuola. In quel momento sarò di sinistra". E aggiunge: "Per me la sessualità è un pensiero, una mentalità, un’opinione e anche una religione. I film porno li vedo con gli amici. Da solo diventerebbe una droga, invece dopo i concerti…”. Adesso, che ha già ottenuto il secondo posto al Festival di Sanremo, si può sbottonare.
Non avrei mai pensato di dirlo, ma probabilmente farsi troppe seghe con gli amici davvero brucia i neuroni. Che poi, per inciso, farsi le seghe da soli è normali, ma farsele solo insieme ad altri uomini è la cosa più gay che esiste...

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